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Moonfall... ecco... che dire?

Forse doveva essere un film per nerd, per quella gente che è ancora convinta di essere negli anni Ottanta, altrimenti non mi spiego il senso di Moonfall.

Il film rientra nel genere catastrofico, quel tipo di pellicola in cui tutto deve andar male per il nostro povero pianeta e di conseguenza per il genere umano ma, grazie a un manipolo di eroi, tutto si risolve.
Eccetto se guardi Deep Impact dove invece finisce tutto malissimo, ma quella è un’altra storia.



La trama, almeno all’inizio, poteva anche essere interessante: durante una missione nell’orbita terrestre, tre astronauti vengono investiti da una strana creatura spaziale sbucata fuori dalla Luna.
Uno di loro muore, la seconda perde i sensi mentre l’ultimo astronauta viene processato per omicidio.
Passano dieci anni e la creatura si ripresenta di nuovo, con un altro problema: la Luna sta per crollare addosso alla Terra.
A questo punto i due astronauti e un improbabile nerd megastrutturista devono unirsi per salvare il mondo.

Poteva funzionare?
Non lo so. Forse sì.
Il punto è che il film non ha funzionato per niente.
Iniziamo dagli attori: Halle Berry, Patrick Wilson e John Bradley. Interpretano dei personaggi piatti peggio di una tavola da surf, con un carattere orizzontale che non fanno entrare lo spettatore nella storia.
Va bene, ci sono gli effetti speciali ma non bastano a condurre la narrazione, almeno non per me. Qual è il messaggio del film, per esempio?
Non lo so, perché non viene fuori.
È semplicemente un “causa-effetto”.


I dialoghi non hanno alcun senso.
Roland Emmerich, il regista del film, è (per chi non lo sapesse) il regista di film come Stargate, Indipendence Day e The day after tomorrow: si è dimenticato dei dialoghi ad effetto di Kurt Russell, James Spader, Will Smith e Jeff Goldblum, o della pesante denuncia politica che sta alle spalle di The day after tomorrow?
A quanto pare sì.

Anche le scelte scenografiche non mi sono piaciute.
C’è una scena, per esempio, che mi ha fatto saltare dal divano.
A un certo punto i protagonisti si salvano le chiappe per miracolo e finiscono in un ambiente del tutto bianco, dove incontrano la coscienza di un alieno.
Mission to Mars, di Brian de Palma, ringrazia molto per il plagio.



Il peggio del peggio, tuttavia, credo sia insito nel fatto che la Luna viene definita una megastruttura creata da alieni per costituire un’arca di salvezza per ripopolare il genere umano minacciato da una tecnologia intelligente malvagia.
Anche qui non c’è una spiegazione, la storia degli alieni viene servita senza poesia e passa la mano alla vittoria del nerd complottista che trionfa, batte la tecnologia malvagia e fonde la sua coscienza con quella della Luna, il tutto mentre i suoi amici tornano sulla Terra e riabbracciano le famiglie.

Cosa dire?
È un film brutto, ma brutto davvero.



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