Toc toc.
Chi è?
Siamo un gruppo di invasati religiosi omofobi che vogliono che vi ammazziate: ci aprite?
No.
Eh ma poi viene l’apocalisse (e muori).
Ah bene, se viene l’apocalisse allora vi facciamo entrare.
Diciamo che l’ultimo chiappolavoro di M. Night Shyamalan si può riassumere così.
Tratto dal romanzo La casa alla fine del mondo, di Paul Tremblay, il film è una schifezza atroce.
Shyamalan è quel genere di regista che va bene solo quando sta dietro alla macchina da presa ma non quando scrive i film (salvo alcuni che mi sono piaciuti, come Il sesto senso o Split).
Chi è?
Siamo un gruppo di invasati religiosi omofobi che vogliono che vi ammazziate: ci aprite?
No.
Eh ma poi viene l’apocalisse (e muori).
Ah bene, se viene l’apocalisse allora vi facciamo entrare.
Diciamo che l’ultimo chiappolavoro di M. Night Shyamalan si può riassumere così.
Tratto dal romanzo La casa alla fine del mondo, di Paul Tremblay, il film è una schifezza atroce.
Shyamalan è quel genere di regista che va bene solo quando sta dietro alla macchina da presa ma non quando scrive i film (salvo alcuni che mi sono piaciuti, come Il sesto senso o Split).
La trama del film è così semplice da fare pena: Andrew, Eric e la loro figlia adottiva Wen sono in vacanza nella classica casa sperduta nel mezzo del nulla, quando arrivano quattro persone (Leonard, Redmund, Adriane e Sabrina) e si introducono a forza nell’abitazione armati di tutto punto.
Messi ko i genitori, li legano insieme alla bambina e si spacciano per moderni cavalieri dell’Apocalisse, dicendo loro che il genere umano rischia l’estinzione ma c’è un fantastico modo per salvare tutti quanti.
Eric, Andrew e Wen devono scegliere chi fra loro dovrà ammazzarsi, altrimenti saranno sciagure eterne.
Per convincere la famiglia vengono mostrate in una specie di loop assurdo, delle incredibili sciagure in televisione (salvo che prima è stato specificato che corrente e telefono sono stati tagliati).
I cavalieri si ammazzano fra loro, predicendo disastri sempre più terribili, fino a quando Eric (già rincretinito perché è stato mazzolato in testa) convince il compagno e si uccide per salvare il mondo.
Fine del film, vivono tutti salvi e contenti, eccetto Andrew e Wen che saranno condannati a essere infelici e ricordare a vita la morte di Eric.
Chiusura.
Iniziamo dalla durata del film: un’ora e quaranta è troppo per questa storia da schifo, è una vera rottura di palle.
Shyamalan come al solito si sopravvaluta e non dà spiegazioni, costruisce scene di una banalità incredibile, non genera empatia fra personaggi e pubblico.
Tanto è che non te ne frega assolutamente nulla della sorte dei personaggi, buoni o cattivi che siano.
Quello che ti interessa è altro.
È Redmund, interpretato da Rupert Grint che se già faceva ca**re come Ron nella saga di Harry Potter, qui fa veramente vomitare.
Redmund, che non si chiama così, è un omofobo che (come si vede dai brevissimi flashback del film) ha preso di mira Eric e Andrew.
Nel film si dice chiaramente che ha reclutato i suoi amici su un forum (di che tipo?) e li ha convinti che il mondo finirà se non fanno ciò che devono fare, ovvero prendere in ostaggio Eric, Andrew e Wen e convincerli che uno di loro deve morire.
Ma che idea del ca** è mai questa????
Allora, siamo in un periodo davvero delicato: grazie alla sottocultura woke, a certe persone LGBT che fanno i cog***oni al Pride e agli omo/bi/transfobi in aumento, i rapporti sociali fra LGBT ed etero sono sul filo del rasoio.
E questo film che fa?
Prende di mira una coppia gay che è del tutto integrata nella società, che non rompe le scatole a nessuno, che ha regolarmente adottato una bambina (e non se l’è fatta fare da una madre surrogata) e dice al pubblico che solo con il loro sacrificio e la condanna all’essere infelici il resto del mondo potrà sopravvivere ed essere felice.
Ora, per come sono fatta io, se mi fossi trovata nella situazione dei protagonisti tutto il mondo poteva morire senza problemi.
Nutro un genuino odio per il genere umano, dunque se mi si dice “ah ma se non muori tu o le persone che ami non c’è problema, sulla Terra resterete solo voi ma non cambierà nulla” io rispondo “prego, morite pure tutti quanti”.
Ma volete mettere una vita senza lavoro, senza problemi economici perché i soldi non esistono più, senza rotture di palle e con tutto ciò che vuoi a portata di mano?
Al volo!
Ma c’è dell’altro.
Come accade in molti casi, il film non ha niente in comune con il libro.
Il romanzo, infatti, prende una piega diversa.
C’è sempre la “geniale” idea del prendere di mira una famiglia omogenitoriale, tuttavia non esiste alcuna apocalisse: le catastrofi sono dovute a un terremoto di probabile origine vulcanica iniziato molto prima della narrazione.
Niente aerei che cadono da soli, niente suicidi di massa, niente di niente.
Inoltre alla fine non muore nessuno: Andrew, Eric e Wen mettono fuori gioco Sabrina (l’unica dei quattro finti cavalieri rimasta in vita) e se ne vanno con la certezza che, qualsiasi cosa sia successa, riusciranno a ricominciare.
Ecco, non so che dire.
Il film fa davvero schifo, non c’è niente che possa salvarlo.
Spero che Shyamalan capisca che è meglio che butti nel cestino la penna e la smetta di scrivere i soggetti dei suoi film, perché più va avanti e più è peggio!
Chiappolavoro giusta definizione.. in realtà Shyamalan ha fatto un solo, meraviglioso, incredibile film: Il sesto senso. Poi ha continuato a vivacchiare, un po' come Suskind dopo Il profumo ;)
RispondiEliminaIo ho appena visto "The watchers" che è della figlia di Shamalayan e ancora mi chiedo perché l'ho fatto, è assurdo...
RispondiEliminaHa ragione Franco Battaglia, l'unico vero film ottimo degli Shamalayan è Il sesto senso.
Ti abbraccio.
@Franco Battaglia @Francesca A. Vanni
EliminaUn solo film che vale la pena di vedere non vi sembra un po' poco? A questo punto gli Shyamalan dovrebbero cambiare mestiere.
Nata Complicata
Ottima recensione, grazie
RispondiEliminaGrazie a te, Benedetta!
EliminaBuona giornata.