Cinetelevisionando :   Film  -  Serie TV  -  L'angolo della tumefazione


Il Trono di che???

Come si fa a sedere su un trono fatto di spade?
Deve essere un po’ scomodo, eppure i protagonisti della serie Il Trono di spade non la pensano affatto così.
La serie è andata in onda dal 2011 al 2019 ed è ispirata alla saga scritta da George R. R. Martin, una saga mai finita.
Tenete a mente questo particolare perché sarà importante per la mia recensione.



La trama è, all’apparenza, semplice.
Quattro famiglie, i Lannister, i Targaryen, i Baratheon e gli Stark, lottano per la conquista del regno che ha come capitale Approdo del Re e che include sette terre fra cui la gigantesca Grande Inverno dove, si dice, vivano creature spaventose.
Il tema principale della serie è il potere.
Cos’è realmente il potere?
Cosa si è disposti a fare per ottenere il potere?
In otto stagioni, con una struttura narrativa così semplice che in confronto Beautiful è una passeggiata e una miriade di personaggi che in confronto “Tolkien scansati”, alla fine gli autori della serie hanno cercato di dare una risposta.
E fin qui va bene.
Ma, attenzione, non è tutto oro quel che luccica.


UN FANTASY CHE NON È FANTASY

Da subito si capisce una cosa: Il Trono di spade è partito come un prodotto di nicchia, niente a che vedere con le altre saghe che volevano presentarsi come prodotto per i fan e per il resto del mondo.
Si è proposta come una serie solo per fans, senza spiegazioni di sorta che aiutassero coloro che non hanno letto i romanzi di George R. R. Martin a capire qualcosa, e quando ormai agli autori è stato chiaro che gli ascolti avevano travalicato le aspettative ormai era tardi per chiarire qualcosa. Come dicevo, la serie si presenta come un fantasy ma non lo è.
Per come è fatta sembra più Beautiful, lo ripeto.


Non c’è nulla riguardante il viaggio dell’eroe di Campbell (che fa da guida per i fantasy ma non solo), proprio perché non esiste nessun eroe.
È una storia fatta di intrighi, tradimenti, follia, violenza e miseria dove alla fine tutti perdono qualcosa e ciò che rimane è solo il potere.
Anche dal punto di vista dell’azione siamo un po’ scarsi. Tipo Kripstak e Petrektek, per intenderci.



Di tutti i generi esistenti, tre in particolare richiedono un’epica battaglia fra Bene e Male e sono: fantasy, fantascienza, horror.
Come si fa a concepire una serie dove le battaglie si contano sulla punta delle dita e sono concentrate nella seconda parte della serie?
Come si fa a concepire una serie dove nessuna di queste battaglie ha comunque un senso?
Alla fine è tutto un lento trascinarsi fino alle ultime due stagioni, dà come l’idea che l’HBO e gli autori della serie se ne siano disinnamorati.

TROPPO DI TUTTO TROPPO DI NIENTE

Lo sappiamo tutti che Martin non è Tolkien.
Contatevela come volete ma non bastano 4000 personaggi sbattuti in un mondo simil medievale per concepire una vera storia.
Questo Martin lo sa: infatti sono famose le sue debacle che sforna ogni cinque minuti contro Tolkien, mentre invece dovrebbe finire almeno una delle varie saghe che ha concepito ma mai portato a termine.
Non lo sapevano Benioff e Weiss (o se lo sapevano se ne sono fregati) e la serie ne risente parecchio.
Partiamo dal medioevo.
Non è medioevo, è simil medioevo: non bastano dei costumi ad hoc se poi mi spari fuori la parola ranger, se la scrittura dei dialoghi è troppo moderna, se manca un’accurata ricerca che non faccia dubitare della costruzione narrativa.

E ora affrontiamo l’elefante nella stanza.
La serie è stata definita cruda e crudele. Io di film e serie crudi e crudeli ne ho visti, ma Il trono di spade ha superato la mia soglia di tolleranza.
Violenze sessuali, prostituzione minorile, incesto, omicidi di bambini, violenze sugli animali a non finire.
Ecco, questo non vuol dire essere crudi, vuol dire essere amorali.

Dicevo che nella serie c’è troppo di tutto e troppo di niente.
Troppi personaggi, trame intricate, complotti, tradimenti ma poi alla fine non si quaglia, come si dice a casa mia.
Ogni volta che si potrebbe raggiungere un punto di svolta, accade sempre qualcosa che fa impaludare la narrazione che diventa quindi molto lenta.
Diciamo che al posto di otto stagioni ne sarebbero bastate tre, forse quattro per stare larghi.


COLPA DELLE FANFICTION?

A quanto pare sì.
Ma cos’è una fanfiction? Per chi non lo sa, è una storia (fiction) inventata da un lettore/spettatore (fan) basata su un’opera (fandom) già esistente e creata da qualcun altro.
Queste storie vengono pubblicate su appositi siti.
Per farla breve, e anche un po’ cattiva ma ci sta tutta, sono storie create da gente che non ha la fantasia necessaria per creare un’opera originale.
È il mondo degli scrittori mancati.



Detto questo, sembra che le fin troppo numerose fanfiction sul Trono di spade abbiano generato non pochi problemi sia a Martin che agli autori della serie.
Alla fine le fanfiction hanno surclassato sia i romanzi che la serie.
Un bel problema.
Quando non c’era internet si poteva scrivere un libro o fare un film/serie in santa pace.
Oggi no.
Oggi bisogna fare i conti con i social e soprattutto con milioni di fan che vogliono scrivere la storia a modo loro.
Ma questi fan, perché non provano a creare qualcosa di originale?

ANCORA TOLKIEN

Sì, è il caso di tirare ancora in mezzo il grande Tolkien proprio perché Martin si autodefinisce il Tolkien americano.
Ma non potevi creare una saga letteraria tutta tua, anziché scopiazzare male dal Signore degli Anelli?
Il trono fatto di spade è come l’anello creato da Sauron, fa andare fuori di testa chiunque vi si avvicini o ne entri in contatto.
E poi ci sono i draghi, che però rispetto a quelli di Tolkien qui non valgono niente, infatti si possono uccidere con una facilità incredibile.
Ma ci sono anche continui riferimenti alla saga tolkieniana che alla fine diventano disturbanti, è come trovarsi di fronte a una brutta copia di un’opera maestra.
Ne avevamo bisogno?



IL FINALE INDECENTE

Ed ecco qui l’ultima parte di questa recensione.
Cosa vi ho detto all’inizio del post? Che Martin non ha terminato di scrivere i libri della saga. Gli autori della serie invece hanno deciso, disaccordo con lo scrittore (a cui do ragione) di mettere la parola fine sulla serie inventando di sana pianta le stagioni 7 e 8.
Pessima idea.
Anzitutto perché l’opera non era di Benioff e Weiss ma di Martin e quindi procedere senza una linea guida è sempre un azzardo.
Inoltre le scelte narrative per me sono state pessime:

1-Far impazzire Daenerys: ma per quale motivo? La ragazza era crudele?
No, nei libri non lo è.
Qui invece hanno deciso che doveva diventare la quinta essenza della cattiveria, l’hanno resa responsabile del massacro di migliaia di persone, della distruzione di Approdo del Re e alla fine, quando è a un passo dal trono, viene uccisa da Jon Snow.
Qualcuno mi spiega il senso della cosa?

2-Bran sovrano: Benioff e Weiss, dopo un delirante finale, decidono di far eleggere un nuovo re al consiglio dei vincitori della guerra.
Non al popolo, mi raccomando, perché è ridicolo che la povera gente possa avere un potere decisionale (accidenti, sembra la nostra società!) ma ai ricchi signori della guerra che, su consiglio di Tyrion, scelgono Brandon Stark detto Bran lo spezzato (perché sta su una sedia a rotelle).
Bran che possiede i poteri di tutti i maghi, la veggenza del Corvo a tre occhi e i poteri del Re della Notte: un paralitico immortale che sa prevedere ogni cosa e sa pure come trovare e resuscitare i draghi.
Chi è quindi il vero villain della serie?
Lui, Bran, che tutto sapeva e da sapiente burattinaio ha tirato tutti i fili in modo da arrivare dove voleva: al governo di ogni singolo regno (il Grande Inverno infatti, non è davvero indipendente, visto che al trono c’è Sansa, la sorella di Bran, che dovrà scattare come una molla ogni volta che il fratellino le ordinerà di fare qualcosa).

3-Il Nord indipendente: la scelta di rendere il regno del nord, Grande Inverno, un territorio indipendente l’ho trovata un po’ stupida perché era una scelta che si poteva fare dall’inizio della storia, perciò le mie critiche vanno tanto a Martin quanto a Benioff e Weiss.
Che poi, a conti fatti, Grande Inverno non è non sarà mai indipendente per il semplice fatto che la regina è Sansa, la sorella di Bran.
Quando Bran dirà a Sansa di saltare, la fanciulla salterà come una brava scimmietta ammaestrata.
E dov’è allora l’indipendenza?

4-Gli Immacolati: fra i tanti personaggi inventati ci sono gli Immacolati, un possente esercito capitanato da Verme Grigio (bel nome) al servizio di Daenerys.
Verme Grigio si innamora della bella Missandei, altro personaggio inventato, e fin qui tutto bene. Poi Missandei viene uccisa dai Lannister e Verme Grigio non la prende bene. In teoria non ci sono problemi.
In pratica ce ne sono perché tutti gli Immacolati vengono castrati a cinque anni e addestrati come macchine di guerra.
E dunque, dov’è la disperazione di Verme Grigio se non poteva combinare un bel cactus di niente?
E come fanno i soldati a essere alti, muscolosi e fisicati se lì sotto non c’è il batacchio?
Benioff e Weiss ci stavano perculando?

5-La fine di Jon: l’ultima parte dell’ignobile finale.
A un certo punto della storia Bran ha una visione nella quale scopre che Jon è in realtà Aegon Targaryen sesto del suo nome, erede legittimo al Trono di spade in quanto maschio (salvo che la legge salica non è mai stata specificata in questo fantasy) e nipote di Daenerys (con la quale va a letto ma va beh, in questa serie l’incesto è la norma).
Il che porta a dire che dopo la morte di Daenerys, lui dovrebbe salire al trono.
Invece no perché i castrati... no, gli Immacolati, decidono che a loro non va bene.
Dei senza palle, senza patria e senza legge prendono decisioni.
Così, mentre Bran sale al trono come voleva da sempre, Jon se ne va al di là della barriera.
Ma quello che è un esilio a me è sembrata di più una liberazione: Jon infatti se ne va con tutti gli uomini liberi, i suoi fedeli amici e anche il suo potere di mutaforma che gli consente di diventare un metalupo in una terra dove persino i mostri gli obbediscono, una terra che sta per rifiorire.
Chi ha perso, alla fine?

Considerazione finale.
La serie, nonostante un cast fatto di attori (quasi tutti) molto bravi, non ce l’ha fatta.
È sprofondata sotto il suo stesso peso, sotto l’ambizione di realizzarsi nonostante l’opera a cui si ispira non sia ancora finita, sotto il problema delle fanfiction e dell’audience.
Alla fine, tutto è crollato come un domino.



4 commenti:

  1. Le poche immagini grette e brutali che ho visto, mi hanno sempre tenuto ben lontano. E non comprendo proprio il motivo del suo successo...
    Bof!

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    1. P.S. consiglio bomba sotto, è splatter come la serie

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    2. Nemmeno io capisco il successo della serie, tutti ne parlano come se fosse un Graal ma in realtà è davvero brutta.
      Seguirò il consiglio, bomba sotto!

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  2. Non l'ho vista.
    Mi ero approcciata all'autore da ragazzina, con la saga del topo Martin, ma non mi era piaciuta e quindi ho lasciato perdere.
    Ti abbraccio.

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