Cinetelevisionando :   Film  -  Serie TV  -  L'angolo della tumefazione


E loro (e noi) rimasero(rimanemmo) a guardare, come...

 

Un film passato in sordina.
Un film bello, potente, tutto italiano.
E siccome è un film con qualcosa da dire, nel nostro paese passa appunto in sordina perché se poi (metti) qualche spettatore inizia a pensarci su allora è la fine del mondo.

Parlo di E noi come stro**i rimanemmo a guardare, con Fabio de Luigi e Pif.
È un film Sky, che ho scovato per caso in un pomeriggio di assoluta stanchezza post influenza.
Credevo fosse una commedia leggera e invece non lo è, è un film che fa davvero pensare.


Tutto inizia in un futuro non molto lontano dal nostro: la crisi economica è peggiorata, il lavoro è sempre più una chimera, tutti vivono sui social.
Anzi sul social: Fuuber.
Arturo (Fabio de Luigi) perde il lavoro grazie a un algoritmo che lo dichiara non più idoneo e così, disperato, decide di fare il rider per Fuuber e per riuscire a mantenersi (visto che la paga è decisamente misera) prende in casa come coinquilino Raffaello (Pif), professore di filologia romanza che per tirare il mese fa altri mille lavori.
Grazie a una app di Fuuber, Arturo incontra la sua metà olografica, Stella, di cui si innamora perdutamente.
E qui inizia una dolcissima storia che condurrà Arturo lontano da casa, per salvare Stella (il cui vero nome è Flora), ma non è questo il fulcro del film.


Il fulcro del film è Fuuber.
Fuuber è un colosso tecnologico e informatico spaventoso, governato da un uomo che è una miscela fra Steve Jobs, Mark Zuckerberg, Elon Musk e Bill Gates.
Uno che se non era mai nato, sarebbe stato meglio per il mondo intero.
Attraverso i suoi algoritmi, i suoi social e le sue aziende, sparse ovunque nel mondo, Fuuber è divenuto un potentissimo dittatore.
Il problema è che la gente non lo considera tale.
Motivo?
Eh, è bello condividere post, storie, video, foto, ricevere like, essere cool, avere l’identità digitale (o il green pass: scegliete voi e chi ha orecchie per intendere, intenda) così si può andare ovunque e fare qualsiasi cosa.
È talmente bello che i pecorink non si accorgono nemmeno di essere sotto il controllo dell’èlite miliardaria mondiale, un pugno di individui comandati da Fuuber che fanno davvero ciò che vogliono: controllano l’economia mondiale, decidono del destino di interi popoli, scatenato epidemie e guerre.
Proprio come accade davvero, nel nostro mondo.
Tutto a scapito delle vite di miliardi di persone.


Pif fa una scelta davvero intelligente, secondo me.
John Fuuber nel film parla solo in inglese, a differenza degli altri personaggi che invece parlano italiano.
Il motivo è quello di fare avvertire lo stridente distacco fra il dittatore e il mondo, fra quello che non dovrebbe succedere e quello che invece accade.
Terrificante ma vero il monologo finale di Fuuber:

“Mi fanno quasi tenerezza. Pensano di essersi liberati di noi.
Ma noi sappiamo quale compagnia aerea sceglieranno per tornare a casa, quale tariffa, quale posto.
Sappiamo già chi contatteranno una volta tornati nel loro Paese.
Se lo faranno con un messaggio o con una chiamata.
Sappiamo di cosa hanno bisogno per essere felici e per essere tristi.
Sappiamo per chi voteranno perché conosciamo tutte le loro paure.
E se non le hanno, sappiamo come procurargliele.
Sappiamo anche che lavoro cercheranno.
Noi sappiamo e sapremo sempre tutto di loro. Il passato, il presente e il futuro.
Sai chi ci ha dato il permesso di accedere a questi dati? Voi.
Non siamo ladri.
Vi abbiamo chiesto se volevate condividere la vostra vita con noi.
Avete scelto di metterla nelle nostre mani.
Grazie a voi abbiamo costruito un impero. Siamo diventati miliardari.
E secondo voi abbiamo voglia di fermarci?”

E qui si capisce il senso del titolo del film.
Perché gente come Fuuber non si fermerà mai?
Perché, parafrasando il titolo della pellicola: e le persone, come tanti str**zi, rimasero a guardare.

2 commenti:

  1. L'ho segnato nella lista Sky, grazie perché rischiava di sfuggirmi.
    Baci!

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  2. Stupendo, secondo me Bauman si sarebbe commosso nel vedere questo film.
    È un tragico mix fra distopia e realtà, fra l'altro la conclusione è lo specchio della società di oggi: quanti sanno ancora pensare davvero?
    Ti abbraccio.

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