Cinetelevisionando :   Film  -  Serie TV  -  L'angolo della tumefazione


Bros, il film con le sorprese

Capitano quelle sere in cui ti imbatti nel film che non è quello che diceva di essere.
Come Bros, per esempio, l’ultima creazione di Nicholas Stoller.
Partito come una commedia romantica gay, che piace tanto alle mie amiche, si è rivelata invece una pellicola di tutto rispetto.



Il motivo è semplice.
Il film è una grande critica, fatta con garbo e gusto, a certi eccessi che il mondo LGBTeviadicendo si sta prendendo da un po’ di tempo a questa parte.
Premetto che questo non è un post omofobo, prima che a qualcuno venga in mente di venirmi a rompere i cog****ni, perciò non storcete il naso e andate avanti a leggere.

La storia ruota attorno a Bobby, un gay estremamente impegnato nella sua missione riguardo l’universo LGBTeviadicendo che cambierà in meglio il mondo, e Aaron che è gay ma non si accetta del tutto.
Si incontrano per caso a una festa tipicamente gay e lì inizia la loro storia che gravita intorno a una relazione da sviluppare, alle relative paure e al progetto di Bobby che deve inaugurare con il suo staff il primo museo LGBTeviadicendo del mondo.
La cosa bella del film è che questi elementi ci sono, ma passano in secondo piano rispetto alle critiche che la pellicola presenta.
E quali sono queste critiche?
Ora ve le elenco, cercando di mantenere la linea simpatica del film.



Gli LGBTeviadicendo vivono ancora negli anni Ottanta.

Vero, verissimo! 
Tanto che la festa a cui partecipa Bobby, all’inizio del film, è la classica festa in mutande che si consuma a suon di musica disco, liquore e qualche “sniffatina di zucchero a velo”. 
Inoltre c’è sempre un’attenzione smodata alla moda e a tutto quello che è assolutamente superficiale.
Ma queste persone sanno che il mondo è andato avanti?



Un LGBTeviadicendo è fissato con le etichette.

Sì, sì e ancora sì. 
Giuro che ho sentito qualcosa come diecimila classificazioni in meno di quindici minuti di film: cis, binario, non binario, trans, trans a metà, queer, gay, lesbica, asessuale, bisex, unicorno...
Oh belli, ma poi rompete le palle a chi è etero dicendo che vi discriminano?
Ma se siete voi i primi a discriminarvi con tutte queste etichette che vi mettete addosso, manco foste dei maglioni, andiamo!

Un LGBTeviadicendo pensa solo al mondo arcobaleno.

Il personaggio di Bobby incarna benissimo questi difetto di molti LGBTeviadicendo.
Parla solo e sempre di quello che ruota attorno al suo mondo, il resto non si può prendere in considerazione.
Che noia!

Un LGBTeviadicendo ha molto sesso in testa

Vi basti dire che a confronto di un LGBTeviadicendo, Rocco Siffredi è votato alla castità. 
Ho detto tutto.


Un LGBTeviadicendo è melodrammatico.

Verissimo!
A una persona etero cade un bicchiere, gli scappa qualche parolaccia, pulisce tutto e amen.
La persona LGBTeviadicendo no.
Ne fa su una tragedia shakespeariana in cinque atti, un film melodrammatico e per finire un libro biografico sulla vita di un povero bicchiere.

Un LGBTeviadicendo pretende un po’ troppo.

Ebbene sì.
Siamo tutti d’accordo nel dire che bisogna rispettare ogni singola persona in quanto tale, fra l’altro ci sono già fiori di documenti ad attestarlo come (esempio) la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo.
Però iniziare a pretendere cose come l’utero in affitto, l’allattamento da parte degli uomini, il matrimonio, il Pride porno, il sesso coi minori e altre oscenità...
No, è troppo per qualsiasi essere umano che ha ancora qualche valore.

Conclusione: il film c’è, è simpatico, la storia d’amore si risolve nel migliore dei modi, il museo diventa una cosa pazzesca.
Le battute sono splendide, funzionano e l’apparizione come guest star di Debra Messing è da dieci e lode.
Ma c’è anche un promemoria da non dimenticare mai: LGBTeviadicendo sì, invasato no.



2 commenti:

  1. Me lo segno, non l'ho ancora visto ma la tua recensione mi è proprio piaciuta!
    Top dei top con Jean Claude: ma madreeeeee!!!
    Ciao :-)

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  2. L'ho visto su Sky e l'ho apprezzato molto, proprio per questo vlersi togliere di dosso tutti quei difetti che rendono spesso e volentieri la comunità rainbow insopportabile (persino per i rainbow stessi).
    Il museo è bellissimo, se fosse vero sarei la prima a visitarlo!
    Ti abbraccio.

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