Quando arriva Halloween, sono solita guardare sempre due film che per me sono dei veri e propri cult: Il Corvo, di Alex Proyas, e Hocus Pocus, di Kenny Ortega (che fra l’altro lavorò nella consulenza per il film Il Corvo).
Oggi vi parlo di Hocus Pocus, anzi del suo sequel.
Oggi vi parlo di Hocus Pocus, anzi del suo sequel.
Hocus Pocus, per chi non lo sapesse, quando uscì nel 1993 fu un flop.
L’associazione dei genitori americani per il cinema mise in giro la falsa voce che nel film erano presenti scene di violenza contro i bambini, e il film ebbe un’audience così bassa che all’inizio la Disney pensò di cancellarlo.
Però poi ebbe la geniale idea di fregarsene dell’associazione e di mandare in onda il film ogni santo Halloween.
E così Hocus Pocus è diventato un cult, con la sua potenza narrativa, il suo stile gotico (che in certe scene strizza molto l’occhio a Il Corvo), le scene ironiche, la sua mitica canzone I put a spell on you e i suoi personaggi uno migliore dell’altro.
Poi...
Poi, ecco, come dire, alla Disney è venuto il prurito del sequel e sono iniziati i guai.
Come mai? Perché Hocus Pocus è un cult, ecco perché!
Ma cos’è un cult?
Cult, una parola che nasce direttamente dal termine culto, indica quella cosa, quell’opera (di qualsiasi genere) che per tutta una serie di motivi è diventata comune: basta una battuta, un riferimento per far sì che venga riconosciuta e citata da molte persone di qualsiasi età e paese, e associata anche a situazioni che sono fuori dal target dell’opera.
Un esempio: se qualcuno dice “supercalifragilistighespiralidoso” viene subito in mente Mary Poppins.
E Mary Poppins, fateci caso, è anche il termine preferito di una donna quando parla della sua borsa!
Quando qualcosa diventa un cult, è difficilissimo se non impossibile superarlo, e anche con Hocus Pocus 2 è stato così.
Anzitutto è cambiata la regia, e si sente.
Kenny Ortega era stato bravissimo nel creare scene horror con tanta azione, un po’ di ironia e il giusto ritmo emotivo.
Una delle mie scene preferite, per esempio, è quella in cui Max decide di dare la sua vita per salvare Dani, è piena di pathos.
Anne Fletcher non è all’altezza.
Forte forse del successo del primo film, dopo un inizio flashback davvero carino che parla della giovinezza delle sorelle Winifred, Mary e Sarah Sanderson, si adagia su una trama molto piatta: anche qui, grazie a una nuova candela dalla fiamma nera costruita da un “fan” delle sorelle Sanderson (mai visto nel primo film) le tre streghe tornano in vita e se la devono vedere con un trio di ragazzine di cui una di loro, Becca, è una giovane strega.
Questo, secondo me, è stato uno dei punti più interessanti del film ma non è stato sviluppato a dovere.
Perché Becca è una strega?
E come mai non ci sono Dani (semmai era lei la strega, visto che si capisce benissimo nel primo film che è una bambina speciale), Max e Allison?
E perché dal Paradiso l’anima di Tuckery Binx non è intervenuta per fermare Winifred, Mary e Sarah?
Le attrici che interpretano le sorelle Sanderson (rispettivamente Bette Midler, Kathy Najimi e Sarah Jessica Parker) sono decisamente attempate per quanto la chirurgia plastica oggi faccia miracoli, e non possiedono più la stessa vitalità che avevano nel 1993.
Le nuove attrici sono bravine ma ricadono nel trend “girl power” che oggi deve spopolare a tutti i costi e quindi non mi sono piaciute.
Non commento il ritorno dello zombie Will Butcherson, l’ex amante (presunto) di Winifred perché è stato davvero pietoso.
Dulcis in fundo, le scene sono prive di quel quid che ha caratterizzato il primo film.
Chi ha visto Hocus Pocus sa benissimo che la canzone I put a spell on you è fenomenale.
Qui cosa c’è? Niente!
Cantare la sigla dei Puffi sarebbe stato meglio!
Le nuove attrici sono bravine ma ricadono nel trend “girl power” che oggi deve spopolare a tutti i costi e quindi non mi sono piaciute.
Non commento il ritorno dello zombie Will Butcherson, l’ex amante (presunto) di Winifred perché è stato davvero pietoso.
Dulcis in fundo, le scene sono prive di quel quid che ha caratterizzato il primo film.
Chi ha visto Hocus Pocus sa benissimo che la canzone I put a spell on you è fenomenale.
Qui cosa c’è? Niente!
Cantare la sigla dei Puffi sarebbe stato meglio!
In sostanza, questa operazione nostalgica non ha fatto presa.
Penso che cavalcare l’onda del successo di un’opera per aprire un franchising (ebbene sì, sembra essere questo il destino di Hocus Pocus), per avere il successo facile sia una mossa sbagliata.
Un po’ come quando vi ho parlato del Batman fatto da Pattinson.
Ma buon cielo, che senso aveva rifare Batman dopo la divina trilogia di Nolan con quel gran pezzo di figo (passatemelo) di Christian Bale? Nessuno.
Che senso ha avuto rifare Sabrina dopo il successo del film con Audrey Hepburn? Nessuno.
E che senso ha avuto fare un sequel di Hocus Pocus?
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