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The Batman ovvero Cullen is back

È l’uomo pipistrello, è Batman, si avvolge nel mantello, è proprio Batman!
È rapidissimo, è furbissimo, è fighissimo (ops, dicono dalla regia che è giustissimo)...

Ma chi non lo conosce il mitico Bruce Wayne! Scapolottone super miliardario, filantropo, imprenditore e mecenate di giorno, di notte diventa l’eroe mascherato assetato tanto di vendetta quanto di giustizia, che corre per le strade di Gotham City e ogni tanto collabora con i suoi amici della Justice League.
Lui, insomma.



Ecco, io mi sono appena imbattuta in qualcosa che non era Batman.
Era più... non saprei... ma sì, dai, quello che brilla alla luce del sole... ah, ecco: Edward Cullen!


Dunque sì, ho visto The Batman per la regia di Matt Reeves che in Cloverfield andava bene, con The War – Il pianeta delle scimmie un po’ mi era venuto a noia ma qui abbiamo sfondato il tetto della rottura di pa**e totale.
Roba che vedere Matrimonio a prima vista in loop per un mese in confronto è niente. E dire che mi aspettavo tanta roba.
Invece cominciamo con un’atmosfera che prende ispirazione da Il Corvo di Alex Proyas (grandissimo film, chi me lo tocca è morto) e che dura tre ore.
Tre ore filate, lente, una rottura di ca**i infinita.
Gotham City non ha un raggio di sole che sia uno. Manco in Seven, che almeno qualche scena girata di giorno c’è.
Qui no, tutta la città vive di notte: una città dove tutti, anche gli orsetti di peluche, sono corrotti fino al midollo e dove regna sovrana la mafia (e daje, vai col ritornello classico!).
Tenendo conto che non hanno quella malattia per cui non puoi esporti alla luce del sole, e non sono nemmeno vampiri, viene da chiedersi come fanno.


Ma parliamo di lui, di Batman.
Per me il Batman migliore di tutti i tempi è uno solo, Christian Bale, perciò sapevo che Pattinson non l’avrebbe battuto.
Però qualcosina me l’aspettavo.
Invece ho ritrovato Cullen con addosso un costume da pipistrello, le stesse paranoie dei film di Twilight, la stessa aria da tormentato ad libitum... la sola novità era il divorzio dallo shampoo per cui i capelli di Bruce Wayne sono in un perenne stato pietoso.
Ha comprato il costume su Amazon (dimenticando però lo shampoo, ripeto, perché non era scontato) in occasione del Black Friday, ha la Batmobile ma la usa una volta sola perché preferisce la moto.
Vive in una casa che sembra il castello di Frankenstein Junior, mette gli occhiali da sole anche di giorno, va in giro con la felpa da serial killer...
Di secondo nome per caso fa Donnie Darko?



Questo Batman non ha niente a che vedere con l’originale, è anche un po’ imbranato per certi versi, ma pure gli altri personaggi del film, l’Enigmista, il Pinguino, Catwoman, i signori Wayne, Gordon, sono tutti stravolti.
Si salva Alfred, anche se gli hanno appioppato una governante che a casa Wayne non c’è mai stata.


Che senso ha storpiare dei personaggi che nel fumetto e nei film/serie tv che li hanno preceduti sono grandiosi?
Non li si poteva semplicemente traspositare nell’epoca odierna senza rovinarli?
Mi viene in mente, per dire, l’Enigmista. Dov’è Edward Nygma? Qui c’è un cr****o che va a vedere on line come si fa l’innesco di una bomba e ha un gruppo social di supporto.
Forse solo in Tredici ho visto cose simili.
Poi si è sentita la mancanza del Joker (ah, Joaquin Phoenix, dove sei?), altra pessima scelta del regista: se devi puntare, mira in alto e non regalarci tre ore di panettone da taglio di vene.
Così, ricordatelo per la prossima volta.
E speriamo che non ci sia, una prossima volta.



1 commento:

  1. Va beh, ma questo è masochismo!
    Io mi sono rifiutata di vederlo.
    Buona domenica!

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