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Doctor Strange nel Multiverso del Multinulla

Parlare dell’universo Disney Marvel è un casino, ci vorrebbero centinaia di post e forse nemmeno allora saremmo in pari.
Ma siccome non sono una youtuber con video monetizzati ma solo una ragazza che si diverte con il suo blog, vi recensirò Doctor Strange nel Multiverso della Follia senza “prequel, sequel, midquel del perché, per come e per quando”.



Allora, se fosse un film normale direi “guardatelo e basta” ma questo non è un film normale: ho scoperto infatti che prima di vederlo bisognerebbe guardare Doctor Strange (il primo film), Wandavision (la serie tv dedicata a Wanda Maximoff), Marvel What if (la serie animata dedicata ad alcuni personaggi Disney Marvel), la serie tv Loki e il film Spider No way home.
Roba da andare fuori di testa.
Ad ogni modo, per fortuna nel film ci viene concesso un pippone di dieci minuti dove ci viene fatto un mini riassunto e quindi via, si parte con il film.
Che fa qui Strange?
Un ca**o.
No va beh.
No, no, fa proprio un ca**o perché la vera protagonista è lei: Wanda Maximoff alias Scarlet Witch, la strega più potente del mondo.



Wanda ha perso il suo compagno, Visione, durante la guerra contro Thanos quando costui gli ha sottratto la Gemma della Mente che costituiva la sua forza vitale.
Dopo aver partecipato alla battaglia contro Thanos per salvare il mondo, Wanda rimane sola. A differenza degli altri Avengers infatti non ha gloria post mortem, né una vita felice da vivere o grandi onori. Viene lasciata sola, ripeto: non ha più una casa, non ha più suo fratello Pietro e nemmeno il suo uomo.
In questa solitudine, dopo varie vicissitudini, viene sopraffatta dal dolore e crea un mondo “fantastico” dove vive ancora con Visione e ha due figli, Tommy e Will.
Ho scritto “fantastico” perché, esistendo il multiverso, in realtà Wanda ha richiamato Visione e i loro figli da altri mondi.
E poteva anche andare bene, perché non avere un mondo dove poter vivere in pace dopo tanto dolore?
Ma no, logicamente no.
In quanto donna, in questo caso donna tragica, Wanda deve essere punita per il suo desiderio di gioia e le viene strappato tutto.
Così Wanda impazzisce per la sofferenza, sfodera il suo potere e diventa Scarlet Witch, la strega suprema che ha la capacità di creare, trasformare, rinnovare e distruggere: in pratica l’essenza stessa della vita e della morte.
E io credo che sia questo il primo problema del film, quello che l’ha reso davvero una schifezza: la questione gender.



Nella serie Wandavision, ideata da Jacqueline Schaeffer, abbiamo una visione della donna da un punto di vista femminile: c’è il dolore, il lutto, la rabbia, l’amore, la vita, la maternità, l’essere donna al cento per cento in tutte le sue sfumature.
Il film di Doctor Strange è invece ideato da Michael Waldron, un uomo.
E come può un uomo dipingere una donna che soffre?
Nel più classico, stupido, becero e genderista dei modi: come una str***a isterica che deve necessariamente andare fuori di testa e diventare cattiva, affinché possa essere riconosciuta pericolosa e quindi tolta di mezzo per la vittoria del “povero maschietto fragile che non sa confrontarsi con una donna”.
Per realizzare tutto questo, Michael Waldron e Sam Raimi (il regista del film) costruiscono una sceneggiatura davvero impietosa.
Strange viene perdonato (ma da chi? Quando è successo?) per aver dato a Thanos la Gemma del Tempo consentendogli di far fuori mezzo mondo, e diventa il salvatore non solo della Terra ma di ogni mondo del Multiverso, anche se per farlo usa gli stessi poteri malvagi di Wanda, compreso il Darkhold (il super manuale di magia nera).
A lui però è concesso, in quanto uomo.
E a questa baraccata si aggiunge America Chavez, una ragazza proveniente da un altro mondo che possiede il potere di viaggiare nel Multiverso.
America ha una presenza nel film pari a zero: se non sta a bocca aperta, recita battute molto valide come “figo... figo”.
Ma serve solo per giustificare la malvagità di Wanda che vorrebbe i suoi poteri.
Ragioniamo un momento: ma se Wanda è Dio in persona, che bisogno ha di America?
Nessuno, ma su questo Waldron e Raimi sorvolano, permettendo tuttavia a uno dei vari Strange che vive nel multiverso di cercare di appropriarsene.
Siamo sempre lì: se sei uomo, va bene, se sei donna no.
E alla fine, cosa vuole Wanda?
Semplicemente ritrovare Visione, i suoi figli e andarsene.
Oh, mamma mia, quanta cattiveria!



Per farci capire che desiderare la felicità è sbagliato se sei una donna, Waldron e Raimi calcano la mano mettendo Wanda davanti a una se stessa realmente felice e dicendo al pubblico: vedete, Wanda sbaglia perché a lei la felicità non è concessa, e deve gioire per questo, si deve consolare pensando che in ogni caso c’è da qualche parte un suo alter ego che sta meglio di lei.
Giungiamo così al finale dove, dopo una battaglia veramente stupida, Wanda subisce una morte shakespeariana dove non solo deve chiedere scusa per il suo desiderio di essere felice ma accetta di annientarsi riconoscendo che il suo essere donna creatrice è pericoloso.
Per chi?
È un po’ come la frase tanto contestata che Wanda pronuncia quando Doctor Strange le dice che Tommy e Will sono solo frutto della magia: la nostra strega afferma che ogni bambino nasce per una magia.
Oh mamma, apriti cielo!
Cari maschietti, io non ci vedo niente di male in questa affermazione: cosa credete, che basti giocare sotto le lenzuola per restare incinta? Ci vuole un mix di ormoni, il giusto momento per la fecondazione e la capacità di portare a termine la gravidanza.
Una magia della natura, appunto.
Ma questo Waldron e Raimi non lo capiscono.



E passiamo al secondo grande problema del film: Sam Raimi.
Non fraintendetemi, è un grande regista e mi piace molto, ma la sua presenza qui secondo me è stata troppo azzardata.
Raimi è un po’ come Craven o Tarantino: i suoi film sono spettacolari ma anche molto autoreferenziali.
E nel MCU non serviva un film così, non dopo il primo Doctor Strange che era stato più drammatico.
Qui il dramma non si vede nemmeno con il telescopio, abbiamo una commedia/avventura/fantasy con un pizzico di horror che non si prende troppo sul serio.
La scrittura (non l’ha fatta lui, lo so, ma se ne deve parlare) è molto lineare, in certi punto anche troppo prevedibile proprio per la “querelle Wanda” di cui ho scritto sopra.
E Raimi giustamente la vivacizza mettendoci del suo: ci sono le battute stile anni 80, i camei di Bruce Campbell (divenuto famoso per la serie di film La casa), scene d’azione tragicomiche, siparietti semiseri, splatter ma non troppo (altrimenti mamma Disney punisce).
Ma soprattutto tre cose che proprio non ho digerito:



1-I riferimenti alla famosa serie Xena Warrior Princess.
Tutto chiama Xena a gran voce, a cominciare da Stranger e la sua spalla, America, che sembrano Xena in versione maschile e la giovane Olimpia.
Segue poi il mitico tempio di foggia greco malvagia e chiude una Wanda che nulla ha da invidiare a Callisto quando va fuori di testa (il che succedeva spesso).
Mancavano solo Ares, Hercules e Iolao e avevamo fatto tombola.


2-Stranger zombie.
A me il film Hocus Pocus piace da matti, ma ci voleva l’omaggino allo zombie ex amante della strega Winifred????


3-La finestra de Il corvo.
C’è una scena del film, fateci caso, dove Stranger si trova in una stanza e parla con Christine, prima di iniziare lo scontro a distanza con Wanda.
Alle sue spalle c’è una finestra tonda, bella grossa, dai vetri rotti in un certo modo.
Peccato che sia la finestra utilizzata per il film Il corvo, con Brandon Lee.
Ma perché?!



Il terzo problema del film è una questione di fisica: il Multiverso.
In Multiverso è una teoria secondo la quale il nostro universo non sarebbe unico ma composto da miriadi di universi ciascuno con la propria vita, i propri pianeti, stele, galassie...
Non c’è scritto in nessuna delle teorie riguardanti il Multiverso che negli altri universi dev’esserci un pianeta Terra e una copia di noi stessi.
Non sarebbe fisicamente possibile.
Eppure per la Marvel sì!
Ma vi immaginate che orribile Multiverso sarebbe, uno nel quale magari ti ritrovi (puro esempio) quell’antipatica della prof. di Matematica tutte le sante volte, o il postino che vi insegue con la raccomandata da firmare, o il vicino di casa antipatico che guarda la televisione a tutto volume?
No, è troppo anche per me!


Per concludere, voglio raccontarvi un aneddoto “divertente” legato a questo film.
Poco prima della produzione di Doctor Strange 2 un altro film aveva depositato la sua sceneggiatura, un certo Everything Everywhere All At Once di una “tale” Jamie Lee Curtis.
Perché ve lo dico?
Perché tra questo film, che sarà in Italia a marzo 2023, e Doctor Strange 2 c’è una bella diatriba: siccome entrambe le pellicole parlano del Multiverso ma quella della Curtis era stata prodotta prima, per una sorta di regolamento cortese il film Marvel sarebbe dovuto uscire dopo.
Ma la Disney se n’è fregata e ora fra le case produttrici c’è una “simpatica” causa legale in corso che vede Jamie Lee Curtis vincente.
Doppia vittoria, perché Everything Everywhere All At Once ha battuto per numero di spettatori Doctor Strange 2.
Sti’ ca**!

1 commento:

  1. Povera Wanda!
    Mi era piaciuta tantissimo sia nei film precedenti che in Wanda Vision e le hanno riservato una fine infame.
    Film molto maschilista.
    Ciao!

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