Il piano è non avere un film.
Potrei riassumere con questa breve frase l’ultima pellicola della lunga saga di Harry Potter, ovvero I segreti di Silente.
Potrei riassumere con questa breve frase l’ultima pellicola della lunga saga di Harry Potter, ovvero I segreti di Silente.
Ammetto che avrei anche potuto fare una recensione cominciando dal primo film, Harry Potter e la pietra filosofale, ma se stessi a spiegarvi del perché e del per come i libri vanno in una direzione, i film in un’altra e tutti i buchi narrativi esistenti fra i due, qui possiamo invecchiare insieme.
Vi parlerò quindi di quello che è stato il peggiore film della saga potteriana finora, un chiaro segno che questa storia deve arrivare alla parola fine e non proseguire solo per denaro.
Vi parlerò quindi di quello che è stato il peggiore film della saga potteriana finora, un chiaro segno che questa storia deve arrivare alla parola fine e non proseguire solo per denaro.
Riassumo in modo breve cosa è successo prima, per i non potteriani.
Il giovane magizoologo Newt Scamander si imbatte in una serie di eventi che lo portano ad avere a che fare con il giovane Albus Silente, Direttore della scuola di Hogwarts, e con il suo ex amante e acerrimo nemico Gellert Grindelwald.
Per due film ce la meniamo nel tentativo di capire cosa voglia realmente Gellert (a parte Albus, questo è chiaro anche alle meduse) e cosa c’entri Credence, un giovane mago che sembra un incrocio tra un emo e un moderno Leopardi.
Finalmente, nel terzo film, viene fuori la verità: Grindelwald vuole avere un qilin (una specie di tenerissimo Bambi magico capace di riconoscere gli animi puri) per soggiogarlo a sé e truccare le elezioni in modo da diventare il nuovo Capo dell’Ordine della Magia.
Vuole vincere facile.
Va beh, niente di nuovo dal momento che si era capito da trecento miliardi di anni.
Ma che fa Silente?
Chiama la squadra più sgangherata di sfigati (maghi, pardon, più un babbano) per impedire che questo accada.
Ora, come si svolge la storia?
In modo palloso e prevedibile, direi.
Disavventure, piani che funzionano a metà, amori perduti e ritrovati, scorpioncini che ballano in una prigione sotterranea, Credence che doveva essere un mago della madonna e le prende da suo zio Albus (sorpresona! Il vero nome di Credence è Aurelius Silente, figlio di Aberforth. Peccato che lo sapevano già anche i sassi) e infine l’elezione.
Il qilit, logicamente, sceglie Grindelwald ma...
Colpone di scena, peraltro rivelato a inizio film! Grazie per lo spoiler, è una moda ormai.
C’era un qilit gemello che si inchina di fronte a Silente, sminchiando Grindelwald e il povero qilit morto per la seconda volta (la prima era stato ucciso da Grindelwald e riportato in vita per fare l'incantesimo).
Silente poi rinuncia alla carica, bla bla bla e fine film.
Una piaga.
Cosa posso dire d’altro?
Vediamo... era necessario inserire ogni cinque minuti dei pipponi per ricordarci cos’è successo nei film precedenti? No.
Era necessario far vedere ogni volta che i maghi non sanno un ca**o del mondo babbano perché li considerano dei deficienti?
Ah, ma se è sul serio così, da dove viene tutta questa paura dei babbani? E perché ogni volta viene rifiutata l’idea di eliminarli? Per logica, se i maghi li considerano importanti come dei licheni, verrebbe da dire che sterminarli non sarebbe poi sbagliato.
E i segreti di Silente? Boh, non si sa quali siano...
Il regista non ha gestito bene la narrazione ma nemmeno i particolari storici.
Ci dicono che siamo nel 1927... sì, è passato un solo anno in ordine cronologico dalla prima pellicola di Animali fantastici... probabilmente arriveremo all’ultimo capitolo, che prevede lo scontro finale fra Silente e Grindelwald, nel 2080 o giù di lì.
Ma forse sono stata ottimista.
Dicevo dei particolari storici. Metà film si svolge a Berlino e siamo nel 1927.
È incredibile, dico sul serio, vedere una città tranquilla senza la contrapposizione fra la vita notturna fatta di sesso, alcol e cabaret e la crisi economico politica.
Fra l’altro non si vede nemmeno una mezza propaganda nazista...
Boh, magari era una Berlino parallela.
Altro particolare: c’è una scena che si svolge a Hogwarts e vengono inquadrati degli studenti.
Nessuno di questi appartiene a una delle famiglie di maghi potentissimi che vengono citati nei libri/film di Harry Potter.
Manco i Malfoy che, per dire, erano un po’ la mafia dei maghi.
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Tanto che poi per fare le elezioni se ne vanno in Tibet.
Ma come, porca peppina, la Rowling ribadisce fino alla nausea che Hogwarts è il centro di tutto e si va in Tibet?!
Cos’ha di buono questo film, allora?
Mads Mikkelsen, alias Grindelwand, e Jude Law, alias Silente.
Due attori che tengono su questo film pietoso da soli con delle interpretazioni da paura, vecchia scuola, che se ne fregano della CGI e puntano sulla loro capacità di interpretazione dei personaggi.
Sguardi intensi, recitazione perfetta, battute dette al momento giusto.
Meravigliosa la scena dove il Patto di sangue si rompe (non chiedetemi perché, dal momento che non era possibile, ma gli autori hanno scelto così) e Grindelwald grida al suo ex: “chi ti amerà, adesso che sei solo?”. Sublime.
A questo punto peccato che le scene su di loro non siano tante, perché mi sarebbe piaciuto di più vedere dei flashback, degli approfondimenti, anche magari un bacio rabbioso d’addio.
Sarebbe senz’altro venuto meglio.
ps: non comprendo come mai la frase di Grindelwald "tiralo fuori" riferita al Patto di sangue durante il loro incontro nella tea room sia diventato un "vediamolo".
Boh... tanto il doppio senso c'è lo stesso, quindi?
E tu pensa che io sono una potteriana sfegatata!
RispondiEliminaI film mi stanno letteralmente rovinando la letteratura di Harry, ogni volta è una stilettata.
Buona domenica!