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Il lato oscuro di Glee

 

Ogni opera ha le sue luci e le sue ombre, ma c’è una serie così contrastante da essersi meritata la fama di serie maledetta.
La serie è Glee, andata in onda fra il 2009 e il 2015.
Prodotta da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Ian Brennan, racconta la storia del club musicale del liceo McKinley seguendo le vicende dei docenti e degli studenti in un clima un po’ surreale (a volte troppo) da musical show.


È stata definita la serie più inclusiva per la presenza di personaggi lgbt, disabili e delle più disparate etnie. In pratica, era il woke prima della nascita del woke (se la Disney desidera toccare davvero il fondo del woke, basta che guardi questa serie da cui ha solo da imparare).
Ma pochi sanno che Glee ha un lato oscuro inquietante.
Così oscuro da sollevare domande davvero disturbanti.
Quello di cui voglio parlare non riguarda le stagioni della serie ma riguarda i retroscena, cosa c’è sotto la punta dell’iceberg.
Qualcosa di talmente tremendo che porta a fare cambiare idea anche sulla serie.


Tutto inizia con la morte di Cory Monteith, che nella serie interpretava Finn.
Il 13 luglio 2013 viene trovato il corpo senza vita di Cory, in un hotel di Vancouver.
L’autopsia non chiarirà mai le cause della morte, poiché nel corpo c’è un mix esagerato di sostanze stupefacenti e alcol che non è nemmeno stato assimilato in minima parte (il che vuol dire che è stato iniettato post mortem).
Inoltre il direttore dell’hotel dichiarerà che Cory non era rientrato solo, la sera del 12 luglio: era in compagnia di due uomini e di una donna che non firmarono il registro e lasciarono l’hotel a notte fonda.
La polizia, tuttavia, chiude in fretta e furia il caso e dichiara che si tratta di un suicidio da overdose. Cory avrebbe dovuto sposarsi, di lì a pochi giorni, con Lea Michele che nella serie Glee interpretava Rachel. Lea Michele, come spiegherò meglio dopo, è stata la prima delle vittime di molestie della serie: non solo da parte del crew ma anche di alcuno membri del cast fra cui Matthew Morrison (che nella serie interpretava il professor Schuester) e Chris Colfer (che nella serie era Kurt. Chris inoltre ha infastidito a più riprese l’attore Darren Criss con avances sessuali. L’attore interpretava Blaine, un personaggio gay, manella vita reale non è omosessuale).
Cory aveva aiutato Lea a denunciare le molestie.
Cory muore. Coincidenze?
Fra l'altro, notizia di qualche giorno fa, sono stati ritrovati i documenti della prima autopsia (che erano stranamente spariti) dove si dichiara che Cory si era appena sottoposto a un intervento dentistico e stava prendendo delle medicine che proibivano l'uso di alcol e droghe.
La tesi era stata esposta da Ann, la madre di Cory, ma ignorata dalla polizia.
E dunque?



Non credo nelle coincidenze e non ci credeva nemmeno Naya Rivera che nel suo libro racconta della morte di Cory e dice, in un passo, che non era soddisfatta del fatto che Ryan Murphy avesse deciso di mandare avanti la serie dopo la morte dell'attore e che voleva fare luce sul fatto.


Glee non si ferma, tuttavia.
La serie va avanti e piano piano emergono piccole cose che non vanno.
La prima lite, risalente alla seconda stagione della serie, riguarda Ryan Murphy e gli altri due produttori.
A un certo punto Murphy decide, in qualità di produttore di maggioranza, di prendere il controllo totale della serie: ogni decisione che riguarda trama, scenografie, coreografie, attori e staff dipenderà in tutto e per tutto da lui.
Nel frattempo iniziano a piovere delle denunce, contro lo staff e contro Murphy.
Si parla di cose grosse, si parla di molestie.
La prima voce parte dall’attore Harry Shum Jr. (nella serie Mike Chang) che denuncia Murphy e la sua frase, pronunciata a una festa, dove dice (parlando dei giovani attori): “insomma, non vorrete morire tutti vergini?”

A portare avanti le denunce, come portavoce e amica di Harry, è Nancy Motes (assistente alla produzione e sorella di Julia Roberts).
Nancy viene trovata morta, qualche giorno dopo la denuncia, nella vasca da bagno della sua casa. La polizia non indaga, dichiara il suicidio.
Logicamente Julia Roberts non crede a una sola parola.
Harry Shum Jr. lascia la serie.


Poi è il turno di Mitchell Byerly, un macchinista, che aiutava Nancy e viene trovato morto all’inizio della sesta e ultima stagione della serie.
Anche qui suicidio. E tre: se uno è un caso, due forse sono una coincidenza, tre sono una conferma che qualcosa in Glee non va.
Come dice il fratello di Mitchell, J.A:, è colpa della serie e non si tratta di suicidio.
Ma anche qui cala il sipario.
E scende anche quando scompare nel nulla Mark Watson (controfigura dell’attore Matthew Morrison che interpretava il professor Will Schuester): nel tragitto dagli studios all’hotel svanisce nel nulla.
Tuttora la polizia non sa dire che fine ha fatto, forse lo avranno rapito gli alieni ma questo non si saprà mai.

Glee finisce, a questo punto diciamo per fortuna, ma la storia non termina qui.
Ricominciano le denunce.
La prima a parlare è Jane Lynch (alias Sue Sylvester, nella serie), che in un’intervista sul documentario “La maledizione di Glee” afferma di essersi accorta tardi di ciò che accadeva dietro le quinte e di avere fatto del suo meglio per fermare la macchina infernale, senza tuttavia riuscirci.
Dopo di lei molti membri del cast cominciano a dire che la serie ha rovinato loro la vita e la carriera.
Per prima c’è l’attrice Melissa Benoist che denuncia l’ex Blake Jenner e afferma che durante le riprese di Glee l’ha maltrattata, minacciata e picchiata a più riprese (lasciandole lesioni permanenti) ma che i produttori non hanno fatto nulla per aiutarla.
Soltanto pochi attori, fra cui Lea Michele, Naya Rivera e Mark Salling, le avevano dato aiuto.


Lea Michele a questo punto viene ancora presa di mira.
Viene per sette volte di fila accusata di essere razzista e di avere atteggiamenti di odio verso attori appartenenti a minoranze etniche.
Ogni volta viene scagionata.
Molti attori di Glee cominciano ad accusarla di mille reati mai commessi, alla fine della serie. 
Anche in questo caso Lea viene sempre assolta.
L’ultima accusa risale al 2022, quando Lea sta producendo Funny Girl a Broadway insieme a Jane Lynch.
Siccome a Lea viene impedito di difendersi dalle accuse, è Jane a fare causa e a vincere, dimostrando che Lea (peraltro di religione ebraica, quindi avvezza a essere presa di mira) non ha mai maltrattato qualcuno per la sua etnia o religione.
Nonostante tutto, molti credono ancora che Lea Michele sia razzista.
La madre degli stupidi è sempre incinta, questo si sa.


Andiamo avanti e la trama della storia si incupisce ancora.
Nel 2013 Roxanne Gorzela accusa l’ex Mark Salling (che nella serie interpretava Noah detto Puk) di violenze.
Mark si dichiara innocente e si finisce al processo, una sorta di Amber Heard contro Johnny Depp prima ci fosse il caso Amber vs Johnny.
Ma come nel caso che verrà dopo, anche qui emerge che le accuse di Roxanne sono false.
La causa sembra chiusa.
Sembra, perché in realtà nel 2015 Roxanne torna alla ribalta: si reca dalla polizia e dice che Mark è un ped***lo.
La polizia irrompe nell’abitazione di Mark e sequestra il laptop. Trova 75.000 file di cui due terzi sono video e il resto immagini.
Ora, gran parte del mio lavoro viene svolta con un computer, ne possiedo uno molto ben fatto con una grande memoria, ma vi giuro che se ci metto 75.000 files mi manda a quel paese subito: mette fuori la mano e mi prende a sberle.
Torniamo a noi.
Mark si dichiara innocente ma viene riconosciuto colpevole e, nell’attesa del processo, deve pagare 2,7 milioni di dollari come multa (buona parte dei quali, si è scoperto, è andata alla ex Roxanne. Guarda un po’, i voleri destino.).
Il processo viene fissato il 7 marzo 2018.
Mark viene trovato morto, impiccato a un albero, il 30 gennaio.
La polizia si affretta a dichiarare il suicidio per senso di colpa e paura del processo.
La famiglia non ci crede. Molti membri del cast di Glee fra cui Naya Rivera (con la quale Mark aveva avuto una storia) non ci credono.
Naya infatti afferma che Mark può essere tutto tranne che un ped***lo.
È il 2022 quando la famiglia di Mark dimostra che i file sono stati messi sul laptop dopo il sequestro da parte della polizia. Un patologo privato dimostra che i segni sul collo di Mark e il nodo scorsoio non corrispondono all’impiccagione suicida.
Si apre un processo non ancora finito.
Dimenticavo di dire una cosa: Mark Salling, come Cory Monteith e le persone che ho citato nel post, aveva aiutato Lea Michele e gli altri attori di Glee nel portare avanti le denunce contro lo staff e i produttori.
Coincidenze?


E chi lo sa, per saperlo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo.
Siamo nel 2014, è il 10 luglio e Matt Bendik viene trovato morto in una stanza di un hotel a Philadelphia.
Chi era Matt? Era il marito di Becca Tobin (che nella serie Glee interpretava Kitty), un uomo d’affari che venuto a conoscenza delle lamentele della moglie sulla serie e delle strane cose accadute (compreso il “suicidio” di Cory) aveva deciso di parlare con un avvocato pronto a intentare una causa ai produttori di Glee.
L’incontro era fissato per l’11 luglio.
Matt muore il 10, sul collo viene trovato il segno di una puntura.
Nonostante tutto, è ancora una volta suicidio.
Un po’ ripetitivo, no?


E chiudiamo la storia con Naya Rivera (che interpretava Santana).
Naya, dopo la fine di Glee, era andata avanti con la carriera e si era creata una famiglia insieme al fidanzato Ryan.
L’8 luglio 2020 Naya si reca al lago Piru, in California, per una gita con il figlio Josey di 4 anni.
Sembra che tutto proceda bene ma a un certo punto Naya videochiama il padre George chiedendo aiuto.
La telefonata termina subito. George si attiva, contatta Ryan e chiamano la polizia.
E qui il mistero.
Il piccolo Josey viene ritrovato sulla barca intontito.
La polizia parla con lui senza attendere l’arrivo del padre e rilascia ai media la notizia che Naya aveva portato il bambino a nuotare ma poi, siccome aveva una lieve infezione al seno per cui prendeva farmaci antidepressivi, anti ansia e soppressori dell’appetito (tutti consigliatissimi per un’eventuale infezione al seno, anche il medico più scadente avrebbe dato un antibiotico ma in questo caso no), si è sentita male e siccome il lago era agitato, ha messo in salvo il figlio e poi è morta.
Il corpo è stato trovato dopo cinque giorni, in una parte del lago dove la barca non era arrivata, con un cocktail di medicine in corpo (non assorbite) e un aspetto non compatibile con il tempo trascorso in acqua.
Morte per annegamento.
Logicamente nessuno dei familiari crede a questa storia.
Soprattutto per due motivi.
Il primo è che quel giorno non c’era nessun segnale che indicasse un’eventuale divieto di navigazione. Il secondo è che una donna, nel parcheggio sul lago, testimonia di avere visto due tizi aggirarsi attorno all’auto di Naya. La sua testimonianza verrà subito scartata dalla polizia.
La famiglia intenta due cause, una contro le forze dell’ordine e l’altra contro la Contea di Ventura. Il processo è ancora in corso.

Così si conclude, almeno si spera sia conclusa, la tragedia di Glee.
Della famosa cause per molestie, fatta contro Ryan Murphy e il suo staff, non se ne è fatto più niente.
Ryan Murphy è andato avanti con la sua carriera, dichiarando più volte ai media del suo personale desiderio di rendere la televisione più selvaggia attraverso sesso e violenza.
Ogni sua serie ha rivelato problemi analoghi come quelli accaduti durante le riprese di Glee.
Infatti la serie Scream Queens è stata cancellata per i contenuti inadatti, giusto per citarne una.
Per una delle ultime serie, quella sul serial killer Dahmer, è ancora in corso un processo per volontà delle famiglie delle vittime del killer e per lo strano (ennesimo) suicido di uno degli attori.
La sola serie in cui non ci sono stati problemi è stata Pose, perché Murphy non era il produttore di maggioranza.

La sola cosa che mi viene da chiedermi è: che razza di televisione è diventata, quella che ci vogliono propinare?
Che mondo osceno e oscuro si cela dietro di essa?
E chi dà a gente come Murphy tutto questo strapotere?







3 commenti:

  1. Ricordo che i miei ragazzi l'hanno guardata tutta sta serie.sapevo anche della "maledizione" e certo che dove girano soldi e popolarità, troppi soldi e troppa popolarità, non mi stupisce poi molto

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    1. Sì ma purtroppo la colpa non era di quei ragazzi. Diciamo che Ryan Murphy è un pessimo produttore, per non dire di peggio. Personalmente lo definisco un sociopatico.
      Con Glee si è andato veramente oltre e mi ha stupito che in America, dove dicono di essere così attenti sui contenuti dei prodotti, nessuno ha fatto qualcosa se non quando era troppo tardi.
      Ciao.

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  2. Sapevo della stranissima morte di Cory ma non dell'intera, scandalosa tragedia che c'è dietro Glee.
    Ho così approfondito, dopo avere letto il tuo post, e in effetti ho scoperto che tutte le produzioni di Murphy sono contrassegnate da denunce, scandali e che finalmente anche il movimento dei genitori ha deciso di fare qualcosa.
    Mi dispiace sinceramente per tutti gli attori e i membri del crew di Glee, perché non meritavano ciò che hanno dovuto subire.
    Ti abbraccio.

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