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Le rose di Versailles: un omaggio Netflix a un classico intramontabile

Ne avevo sentite, ma soprattutto lette, di cotte e di crude.
È brutto, non funziona, è un insulto, è stupido, è realizzato male...
Mamma mia, tiriamo il fiato!
Sapete che vi dico? Che io non l’ho trovato così male.
Che cosa?
Il film a cartoni della Netflix che omaggia il manga Le rose di Versailles, meglio noto in Italia come Lady Oscar.


Anzitutto il titolo, perché l’opera di Riyoko Ikeda si chiama infatti Le rose di Versailles in quanto si riferisce a tutti i personaggi che fanno parte della storia, simboliche rose che sono destinate a subire un triste destino travolte dalla Rivoluzione francese.
In secondo luogo, vista la breve durata del film (calcolate che il cartone animato realizzato anni fa aveva 40 episodi) che si stringe in poco meno di due ore, è da apprezzare lo sforzo di riassumere a grandi linee la storia narrata nelle pagine del manga.

Potrei dire, vista anche la presenza di canzoni (un po’ tante, per i miei gusti) che questo film Netflix si può vedere come un’introduzione per il pubblicò più giovane: un po’ come quando la Disney funzionava ancora bene e creava i Grandi Classici, ovvero fiabe rivisitate che poi, da grandi, si potevano riscoprire con piacere nella loro versione originale.
Io li ho visti e posso dire che mi piacciono ancora, anche se conosco bene le fiabe originali che hanno ispirato i film.

Ci sono stati dei tagli?
Sì, purtroppo questa è la grande pecca del film dovuta di certo al breve tempo a disposizione.
Sarebbe stato meglio realizzare almeno due film, se non una miniserie.



La grafica computer ha funzionato benissimo: Versailles e Parigi sono disegnate in modo spettacolare, da togliere il fiato.
Sicuramente, da questo punto di vista, il film ne esce vincitore.
Così come esce vincitore anche sul restare concentrato sui quattro personaggi principali: Oscar François de Jarjayes, André Grandier, il conte Hans Axel von Fersen e la regina Maria Antonietta.
Le loro storie sono molto intense, come lo sono state anche nel cartone, ma qui il manga è più rispettato.
Infatti non capisco quelli che hanno criticato questo aspetto, dicendo che le scene erano inventate di sana pianta.
Errore!
Semmai è nel cartone animato che c’è l’errore di non approfondire per un tubo le relazioni fra Oscar e André, come quella fra Hans e Maria Antonietta, per lasciare maggiore respiro alla parte storica.
Qui invece li seguiamo passo passo, con tanto di riferimenti filosofici e letterari inerenti il profondo cambiamento sociale che condusse alla Rivoluzione.
Abbiamo il tema dell’amore impossibile, del capire chi si vuole essere, del seguire il proprio cuore e anche del sacrificio.
Ho apprezzato anche il finale: Oscar e André che si ritrovano nell’aldilà e volano in Paradiso è stato commovente.
Ottima anche l’idea di concludere con un riassunto scritto, nella sigla, che riassume in breve la Rivoluzione dal momento che, se vediamo questo film come un prodotto per i più piccoli, le scene relative alla ghigliottina ce le possiamo risparmiare (che già, purtroppo, di sangue nel film ne scorre comunque).

E quindi sì, Le rose di Versailles per me è promosso!



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