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Westworld, perché concedere tutto?

Nolaniana è il termine giusto per descrivere Westworld, la serie tv creata da Jonathan Nolan (il fratello di Christopher, che ha diretto solo tre episodi), J. J. Abrams e Lisa Joy, basata sul film omonimo scritto e diretto nel 1973 da Michael Crichton.
Nolaniana, però, in senso negativo.
Il film, diciamolo subito così ci togliamo il peso, in realtà non c’entra quasi un bel ca**o di niente con la serie.



Gli autori hanno voluto farne una serie ma i due soggetti non sono per niente collegati. 
La pubblicità della prima stagione verteva sul fatto di voler far credere che L’Uomo in Nero fosse lo stesso Uomo in Nero che nel film aveva il volto di Yul Brynner.


Non è così.
L’Uomo in Nero di Nolan si chiama William, è rappresentato da due attori diversi a seconda delle linee temporali, è una persona (oppure ospite, come si dice nella serie) e ha deciso di distruggere Westworld perché ha capito quanto è pericoloso?
No, solo perché la sua storia d’amore con Dolores (uno dei semi androidi o residenti) non si è mai realizzata.
Il collegamento con il film hanno cercato di ricrearlo anche in un altro modo: a un certo punto della serie incontrerete Bernard, il pacato e un po’ timido braccio destro di Ford.
Ecco, Bernard è solo un androide ed è la replica di Arnold, che fu a suo tempo migliore amico, socio di Ford e co creatore del parco.
Gli autori hanno lasciato intendere che Arnold fosse il creatore del parco Westworld del film.
No, anche questo non è vero.



Occupiamoci della serie.
Arnold e Ford sono, si può dire, visionari al limite della follia.
Per loro inventare androidi voleva dire dare vita a esseri viventi, anche migliori delle persone, che avrebbero dovuto abitare nel mondo reale.
Da pazzi, direte voi, ma c’è di peggio.
William, alias l’Uomo in Nero, decide dopo la sua esperienza a Westworld che il parco doveva diventare un mondo dove gli ospiti paganti potevano immergersi e sfogare senza rischi penali i propri istinti.
A Westworld infatti gli ospiti possono rubare, stuprare, torturare, uccidere, distruggere e fare ciò che vogliono.
Un parco per psicopatici, diviso in più sezioni, che non mi è per niente piaciuto anche perché se già è sbagliata l’idea che l’uomo può fare qualsiasi cosa a un androide in quanto tale, è pure peggio quando inizia la rivolta dei robot perché la violenza sfocia ovunque.
Robot che si uccidono a vicenda, che uccidono esseri umani e partono alla conquista del mondo.



La narrazione avviene su diverse linee temporali e, come accade nel film Memento, non si capisce mai quale sia una linea e quale sia un’altra finché non verrà svelato allo spettatore nella stagione finale.
Altro livello di difficoltà che non risulta piacevole, dal momento che ci si perde in centomila sottotrame che spesso si perdono.

Sono molte, tante, troppe le similitudini (per non parlare delle citazioni, che se ne scrivo facciamo direttamente l’anno prossimo).
Si parte, ovviamente per chi ama la fantascienza, da Blade Runner perché il nucleo di tutta la serie è: cosa rende una macchina senziente diversa da un uomo?
La posta in gioco viene tirata su dal fatto che si lascia intuire, anche se non viene mai detto a voce alta, che ogni singolo androide sia in realtà una persona che, sul punto di morire, è stata portata via nei laboratori di Westworld e trasformata in una mezza macchina.
Per certi versi richiama il film Extreme Measures, almeno sul fatto di fare esperimenti controversi e al limite dell’etica sulle persone inermi.
Poi, non c’era bisogno di dirlo, si arriva a Ex Machina, Star Trek (ricordate i Borg, vero? O magari Data e Lor?), Matrix, Humandroid, Io robot e Terminator perché in questo mega laboratorio fatto di vetrate, plastici (ma dai, ca**o, il plastico no!) e tablet per controllare i residenti, a un certo punto arriva la consapevolezza che le macchine sono superiori e (ma dai!) devono prendere il possesso del mondo, distruggere le persone o, al limite, trasformarle in androidi così “saranno perfette”.
A dire il vero c’è pure la possessione: non quella demoniaca stile Supernatural che, al limite, è accettabile.
No.
Gli androidi prendono le persone, gli aprono il cervello ed entrano nei loro corpi: questa è la ca**ata che più di tutte ha ucciso la sospensione dell’incredulità.
E c’è anche una bella ripresa de Il Tagliaerbe, perché Arnold prima di essere ammazzato da Dolores, trasferisce nel sistema di Westworld la sua coscienza e da lì governa in segreto la sua assassina e i residenti prescelti per la rivolta contro il genere umano.



Mi rifiuto di commentare la scena in cui Ford afferma che Michelangelo dipinse Dio, Adamo e gli angeli con la sagoma di un cervello per fare intendere l’avvento delle macchine intelligenti...
Qui ho chiuso le orecchie e non ho più seguito la puntata.

E vogliamo parlare del fatto che una macchina non si può considerare superiore a un uomo?
È vero, la razza umana non è il prodotto migliore di Madre Natura perché ha un sacco di difetti, ma c’è una cosa che sa fare bene: creare le cose.
E la macchina, androide compreso, è una creazione umana che dipenderà sempre dall’uomo (il quale però non è tenuto a fargli violenza).
Qualcosa che gli autori si sono dimenticati, il caro vecchio “stacca la spina, spegni il sistema” o più semplicemente distruggi la macchina.



Alla fine, visto che la serie di spiegazioni non ne dà nemmeno a pagare oro, mi sono fatta una mia teoria.
Tutto potrebbe svolgersi all’interno di un computer, magari nella prova di un videogioco dove i tecnici devono vedere se ogni elemento funziona.
Maive, che tutto può, è il videogioco stesso.
Gli altri personaggi sono componenti del videogioco e le ambientazioni sono i vari livelli. 
Dolores, invece, è un virus che impedisce al videogioco di funzionare e che, tramite esso, si insinua nel computer di chi lo acquista.
Bernard, di conseguenza, è l’antivirus e il Sublime, che nella serie è detto Paradiso dei robot, altro non è che la formattazione stessa del videogioco.
Gli esseri umani, il mondo vero, non c’è mai stato.
Era tutto un gioco dentro un gioco.
È la sola spiegazione plausibile per salvare una serie così poco riuscita.

Va beh, direte voi, ma allora perché hai visto la serie?
Per capire dove voleva andare a parare.
Guardate in basso per capire.