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Biancacessa, la fine della Disney (si spera)

Ho rivalutato Fabbricante di lacrime, che in confronto a questo film è un capolavoro degno di un Oscar.
Detto questo, detto tutto.
Di cosa parlo?
Del più schifoso, aberrante, assurdo disastro live action della moderna Disney: Biancacessa!
No, scusate, Biancaneve.


Dicevamo, appunto, Biancacessa.
In cosa non funziona questo film?
Tutto, anche le patate che, porca miseria, nel medioevo non c’erano in Europa!!!!
È come quando fanno i film o le serie su Roma e mettono le selle ai cavalli, ca**o!
Ma torniamo a Biancacessa: accidenti, è difficile cosa non funziona perché ci sono miliardi di cose che non funzionano.
Vediamo di iniziare...

BIANCACESSA
La Disney è fuori controllo, il delirio è alle stelle.
Nella sua folle politica woke ha deciso che Biancacessa non doveva essere la caucasica Biancaneve perché una ragazza tedesca (ricordiamoci che la fiaba era dei fratelli Grimm) con la pelle bianca come la neve, i capelli neri come l’ebano e labbra rosse come il sangue non andava bene.
Perciò ecco Rachel Zegler che di caucasico non ha un bel niente e che già aveva fatto vomitare nel remake di West side story.
Spoiler: qui non è stata da meno.


La sua Biancacessa, che si chiama così perché è nata durante una tempesta di neve, oscilla fra le faccette da scema, la schizofrenia, le cavalcate alla Giovanna d’Arco perché questa è una ragazza cazzuta che si deve salvare da sola (non scordiamolo!), i comizi politici con la matrigna, il desiderio femminista di lotta al patriarcato, la voglia di sposarsi con Jonathan (poi ne parleremo) e il Piddismo.
Sì perché è chiaro che Biancacessa è di sinistra, una piddina convinta.
Perché se il tuo popolo sta morendo di fame e stenti, tu che sei la principessa cosa fai?
Dici che il tuo popolo ha bisogno di torte di mele e felicità per risolvere i suoi problemi.
Se Biancacessa non è del PD, ditemi voi a che partito appartiene.
In ogni caso, dopo un film di cui si poteva fare a meno, la donzella diventa regina e si sposa.
Alla faccia del cazzutismo.

LA TRAMA
Ci sono trame che non sono sempre sensazionali.
Alcune sono discrete, altre bruttarelle, altre fanno schifo e quella di Biancacessa rientra fra queste.
Cambia, rispetto al film Disney del 1937, la parte iniziale e quella finale mentre il tronco centrale resta quasi identico.
Però è davvero realizzata male.
Non c’è cura nei personaggi: Grimilde qui viene chiamata Regina Cattiva, i nani sono senza nome (i nomi sono quelli classici ma non vengono quasi mai usati, si preferisce il termine nano), nessuno ha un reale spessore.
La trama è lineare, senza colpi di scena, ogni cosa è prevedibile e noiosa.
Soprattutto, nulla di originale.
Io dico: se devi rivedere un tuo vecchio film, stravolgilo, fanne qualcosa che fa dire agli spettatori “cavolo, che figata!” e non limitarti a fare i compitini a casa che non piacciono a nessuno.


LA CGI 
Ecco, lo so che ne ho già parlato: ma che cosa succede fra la CGI e il cinema moderno?
Ci sono film davvero datati, mi viene in mente per esempio Star Trek (anche la serie) ma ce ne sono tantissimi che se li vedi ancora oggi non ti accorgi dell’uso della grafica computer.
Invece con questi film contemporanei te ne accorgi subito, sono un pugno in un occhio.
La differenza fra realtà e CGI è così netta che il film diventa un disastro.

MA QUANTO CANTANO? 
Io amo i musical, ma non i film dove le canzoni sostituiscono ogni forma di dialogo.
Biancacessa è così.
In mancanza di una trama convincente e di dialoghi interessanti, ecco che spunta una canzone dopo l’altra.
Un altro segno che questo film era meglio non farlo.

IL CUGINO DI ROBIN HOOD
Il principe, come annunciato, non c’è perché è diventato demodé e perché attacca l’indipendenza di Biancacessa dal patriarcato.
Però il maschio ci deve essere per il gender, dunque ecco il cugino di Robin Hood, il ladro Jonathan che ruba alla Regina Cattiva per dare cibo (soldi no, mi raccomando) ai poveri.


Biancacessa si innamora di lui ma giustamente tiene le distanze perché prima deve dimostrare di essere una ragazza cazzuta e solo alla fine i due programmeranno il matrimonio per vivere insieme, dal momento che dire “felici e contenti” non è politicamente corretto.
Jonathan è un personaggio insipido, realizzato con la CGI per gran parte delle scene, il che lo rende anche disturbante.

LA MATRIGNA NON FUNZIONA
Gal Gadot recita con il pilota automatico: ha letto il copione, lo ha imparato a memoria e tanti saluti.
La sua Regina Cattiva non ha senso, non regge con nessuna delle regine precedenti di nessun altro film su Biancaneve.
Non si percepisce in lei la sete di potere, la malvagità, la paura di invecchiare e si nega persino che sia una strega!


Alla fine del film, dopo il comizio stile PD (che si svolge con una sola parola detta da Biancacessa: vattene) che Biancacessa tiene per mandarla via dal regno, lei cosa fa?
Se ne va imbufalita nella sala del trono, rompe lo specchio e viene risucchiata da esso.
Fine.
Ciao.

LA “NANO QUESTION”
Ve li ricordate i “non nani” di cui vi avevo parlato in questo post e del casino che Peter Dinklage (che, ricordiamo, fra i suoi molti ruoli ha interpretato Cyrano, famosissimo proprio per essere nano...) aveva tirato su dicendo che era sbagliato dare a una persona che soffre di nanismo il ruolo di un nano?


Ecco, la Disney ha trasformato i “non nani” nei briganti che aiutano Jonathan e ha creato i sette nani del cartone con la CGI.
Però, attenti, anche se hanno lo stesso nome dei nani classici, anche se bullizzano il povero Cucciolo all’inverosimile (e Biancacessa insegna loro a fischiettare per risolvere i problemi), anche se lavorano in miniera non sono nani.
E cosa sono?
Magiche creature le cui mani si illuminano quando ci sono dei diamanti nelle vicinanze.
Non chiamateli nani, altrimenti gli avvocati della Disney vi saltano addosso.



TAFFO NON C’È
Manca lei, la mitica bara di cristallo dove i nani mettevano Biancaneve perché non avevano cuore di seppellirla.
Questo nel film del 1937 è molto poetico, ma nel 2025 vige la malattia mentale del woke ed ecco che Biancacessa viene distesa su una pietra nel bosco, dietro una tenda di fiori.
Così il cadavere si decompone in tre giorni, passa nonno Giacomino che era lì per prendere dei porcini, vede il corpo di Biancacessa e muore di infarto.
Poi arriva CSI Foresta delle Fiabe che indagherà per concludere che c’è un serial killer nel bosco e inizierà la caccia al criminale.


SCONTENTARE TUTTI PER FARE IL MEGLIO
Conclusione: cosa doveva essere questo film Disney?
Non si sa, di sicuro non un bel lavoro.
E così, per accontentare tutti, alla fine ha fatto così schifo che ci vorrebbe un termine nuovo di zecca per definirlo.